27 gennaio 2014 | Alessandro Masnaghetti

Antoine Sanzay, Saumur Champigny

di Alessandro Masnaghetti
2014-01-08 16.01.50

Ancora in preda ai fumi del godimento derivante dal matrimonio d’amore tra andouillette 5 A e Le Bourg 2009, sulla strada del ritorno mi lancio senza paracadute e chiedo a Nady Foucault: “C’è qualche produttore in cui si può in qualche modo ritrovare lo stile Clos Rougeard?”. Segue qualche interminabile attimo di silenzio prima che il baffuto vigneron risponda, secco come una sentenza: “Gira a destra”. Ecco, ora mi porta in una vigna e se va bene mi abbandona giustamente là per la notte a ripensare al concetto degli interrogativi inopportuni. E invece dopo un paio di curve e un tratto di ghiaia siamo davanti ad una piccola cantina, da cui esce un giovane dall’aria tanto sorpresa quanto decisa.

Antoine Sanzay

Antoine Sanzay

Si chiama Antoine Sanzay, ha poco più di trent’anni e da qualche tempo ha deciso di riprendere in mano le vigne di famiglia attorno a Varrains, nel cuore delle appelation Saumur e Saumur-Champigny. Dieci ettari coltivati a cabernet franc più uno a chenin, utilizzati fino al 1999 per produrre uve, vendute alla cooperativa di Saint-Cyr-en-Bourg. Basta poco per capire il feeling che c’è tra “maestro” ed “allievo”: Nady rompe il ghiaccio confrontandosi sull’impegnativa vendemmia 2013, Antoine non si tira indietro e dice la sua senza perdersi un solo sguardo del suo mentore. Ci vogliono spalle larghe e talento per sostenere una “responsabilità” del genere, assunta fino in fondo a partire dalla configurazione della piccola gamma: quattro degli undici ettari della famiglia Sanzay si collocano infatti a Poyeux, cru storico di Chacé, mappato dal 1664 e vinificato anche da Clos Rougeard (le cui vigne sono però su un altro versante). E’ l’etichetta di punta di questo domaine emergente, che produce anche un Saumur-Champigny “base” e il Saumur Blanc Les Salles Martins, per un totale annuo di poco superiore alle 15.000 bottiglie per il momento.

Antoine Sanzay e Bernard Foucault, alias Nady

Antoine Sanzay e Bernard Foucault, alias Nady

Bottiglie che già meritano attenzione indipendentemente dall’autorevole sostegno dei Foucault, come è facile concludere assaggiando proprio il Saumur-Champigny Poyeux 2010. E’ tutt’altro che un tentativo di replica di quello che è considerato il perfetto “alter ego” del Le Bourg nella coppia dei cru di cabernet franc a Clos Rougeard, ma l’ispirazione stilistica è ugualmente riconoscibile nella delicatezza estrattiva e nella misura del rovere di affinamento. Frutto dolce e goloso, tra mirtillo e ribes nero, trova stratificazione e carattere nel sottofondo di grafite e pepe bianco, humus ed erbe officinali. Quadro aromatico che può perfino depistare rispetto ad una bocca serrata ed austera, ossuta e nervosa nella fisionomia, solida e prolungata nella scia finale. Il 2011 da poco in bottiglia restituisce l’impronta un po’ immatura del millesimo con qualche tratto erbaceo più evidente, ma è identica l’impressione di souplesse fruttata, purezza sapida e slancio di beva.

Lo si compra a 25 euro in cantina, ci vogliono 12 euro per il Saumur-Champigny 2012 “base” e 20 euro per il Saumur Blanc Les Salles Martins 2012.

2 risposte a “Antoine Sanzay, Saumur Champigny”

  1. raffaele scrive:

    chi lo importa in italia?

Rispondi a raffaele