5 febbraio 2014 | Francesco Falcone
Austria, fotoracconto. Weingut Knoll
di Francesco Falcone
Pioviggina sul colle del Loibenberg, cru storico della minusola Loiben, frazioncina agricola che appartiene al paese di Dürnstein e che per un eccesso di zelo viene divisa tra alta e bassa (Oberloiben e Unterloiben). Pioviggina, dicevo, ma è una pioggia che non fa male, la temperatura è tutto sommato mite per la media stagionale (il termometro della mia auto segna 6 gradi alle 11 del mattino) e così decido che è il caso di passeggiarle le tante vigne della famiglia Knoll. Su indicazione di Emmerich Knoll junior, che non ha potuto accompagnarmi per problemi di salute, mi arrampico oltre i 400 metri di quota, finché al limitare del bosco l’orizzonte si slarga, e a ovest compare altissima, solitaria, evanescente come una fatamorgana, la sagoma del castello dedicato alla memoria di Josef-Gruber-Warte. La Wachau vista da qui ti fa dimenticare il Mediterraneo: i boschi, le alture e l’architettura degli edifici rendono il paesaggio parecchio nordico e non ti spieghi come possano nascervi, invece, vini così pieni e appaganti. Dicono sia tutto merito del Danubio, onnipresente, dei venti magiari che si incuneano nella vallata e dei suoli leggeri, precoci: è la misteriosa legge del terroir, insomma, che ancora una volta spariglia le carte e mette le apparenze con le spalle al muro.
No, non è Massimo Zanichelli, anche se la somiglianza è forte. Si tratta, invece, di Emmerich Knoll junior, il figlio di Emmerich Knoll senior (tra i padri fondatori della moderna Wachau), destinato a ereditare un’azienda con duecento anni di storia alle spalle, 15 ettari vitati e una produzione annuale di 150.000 bottiglie.
Le borgate di Unterloiben e Oberloiben, posizionate all’ingresso della Wachau, sulla sinistra orografica della valle danubiana, racchiudono una ventina di cru (lagen) nei quali si trovano le vigne (rieden) di proprietà della famiglia Knoll. In particolare: Schütt, Loibenberg, Kellerberg e Kreutles. E’ questa la zona più calda e precoce di tutta la Wachau.
Dalle terrazze più basse della collina si ottengono i vini più semplici della Wachau, classificati a partire dal 1983 con le categorie Steinfeder (il bianco più leggero della denominazione; gradazione alcolica massima di 11,5 gradi) e Federspiel (solitamente più complesso; gradazione alcolica massima di 12,5 gradi). Nei terrazzamenti superiori, invece, si raccolgono i grappoli per la categoria di maggior pregio, chiamata Smaragd (smeraldo, come il colore delle lucertole in vigna), i cui mosti sviluppano un potenziale alcolico solitamente superiore ai 13,5 gradi. Non è mai consentito lo zuccheraggio e si tratta di vini “trocken”, con residui zuccherini mai superiori a 4/5 grammi litro.
La pittoresca etichetta dei vini firmati Knoll raffigura Sant’Urbano con un grappolo d’uva tra le mani. A prescindere dal gradimento, è difficile trovare, nel mondo, una bottiglia più riconoscibile.
Il Grüner Veltliner Loibenberg Smaragd 2010 è un bianco di bellissima complessità, figlio di un’annata tardiva che ha favorito un graduale sviluppo della muffa nobile. Di norma gli acini infavati (selezionati nella misura di un 5% sul totale) amplificano il corredo aromatico e incrementano la viscosità gustativa.
Se il Danubio è l’elemento liquido della Wachau, lo gneiss è l’altra faccia, questa volta dura e rocciosa, del distretto. Non sono riuscito a fotografare il vento caldo della Pannonia, il terzo elemento: ma credo che non ci sarebbe riuscito nemmeno Henri Cartier Bresson.