3 aprile 2012 | Francesco Falcone

Bordeaux: qualche 2007

di Francesco Falcone
chateau-lagrange

Il periodo più lungo che ho trascorso a Bordeaux è stato nel 2004: una settimana all’Università di Enologia per seguire un corso di analisi sensoriale diretto da Denis Dubourdieu. I pomeriggi, dopo le lezioni, mi fiondavo in macchina e visitavo i grandi vigneti del Médoc e qualche Château di buon livello. Visto che ho sempre avuto un debole per i vini di Saint-Julien, è lì che concentrai le mie attenzioni.

Prima azienda visitata: Beychevelle, quarto cru classificato nel 1855, a sud del comune. Lo Château fu costruito nel 1757 sulle rovine di una vecchia fortezza feudale. Visto dall’estuario, offre con il suo giardino alla francese una visione indimenticabile, mentre dalla sua terrazza il panorama si estende sino alla Gironda, dove secoli orsono i battellieri risalivano la corrente con i loro carichi di legna che barattavano con il vino.

Era, allora, il castello dei Duchi di Epernon, uno dei quali fu grand’ammiraglio di Francia. Nel passare davanti alla tenuta, i battellieri salutavano abbassando le loro vele e nel mentre il capo battelliere dava l’ordine in guascone: <<beyche velle!>>, ovvero <<Abbassa la vela!>>. Di qui il nome che ancora oggi porta la proprietà: per tale ragione l’etichetta del grand vin reca l’immagine di un’imbarcazione con le vele ammainate.

Sempre a sud del distretto, ma questa volta al di fuori della strada principale che conduce a Pauillac, spostato in direzione di Saint Laurent (a ovest del territorio comunale) , visitai un terzo cru classificato nel 1855: Château Lagrange. Una delle aziende più grandi di tutto il Médoc (oltre 120 ettari vitati) e una delle proprietà più antiche, fondata dalla famiglia Lagrange Monteil nel Medioevo e già molto rinomata nel 1600.

Nel 1983, quando l’attività fu rilevata dal gruppo giapponese Suntory, leader mondiale nell’industria delle bevande alcoliche, Lagrange si trovava in una drammatica fase economica e produttiva, con buona parte del vigneto storico spiantato – non più ripiantato – e un’immagine di nobile decaduta, lontana anni luce dal prestigio di molti cru vicini e certo non più all’altezza della generosa gerarchia del 1855.

Oggi l’azienda è di nuovo nel pieno delle sue potenzialità e questo si deve senz’altro alla competenza di Marcel Ducasse, allievo di Émile Peynaud che nell’arco di vent’anni ha riportato il marchio a livello dei più grandi.

Di recente ho stappato una serie di 2007 e Château Lagrange 2007 è stato di gran lunga il migliore: rovere integratissimo, frutto e fiori in sintesi armonica, vegetalità raffinata, gusto fine e saporito, tannini estratti in modo esemplare e finale a coda lunga, di amalgama e persistenza notevolissimi. Blend finale: 68% de Cabernet Sauvignon, 25% de Merlot e 7% di Petit Verdot. (90/100 pieni pieni, forse anche 91/100).

Gli altri Bordeaux testati in questa tornata di assaggi bordolesi:

Château d’Issan Margaux 2007 (88/100+)
Château Ferriere Margaux 2007 (88/100)
Château Lafon Rochet Saint-Estephe 2007 (87/100+)
Château Siran Margaux 2007 (86/100+)
Château Carbonnieux Pessac Leognan 2007 (86/100)

Le bottiglie le ho acquistate da Fabio Balan ([email protected])

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