25 febbraio 2014 | Matteo Farini

Chianti Casavecchia alla Piazza, Gabriele e Valeria Buondonno

di Matteo Farini
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Gabriele Buondonno non è nato e cresciuto in Toscana, né, come tanti forestieri, ha scelto il cuore del Chianti come luogo del buen retiro, ma al contrario, proprio da qui, dal podere Casavecchia alla Piazza, al confine tra Castellina in Chianti e Panzano, ha deciso di iniziare il suo percorso, di dar vita alla sua azienda agricola.
Alla fine degli anni ottanta, insieme alla moglie Valeria, anche lei laureata in agraria, decide che la Toscana è il luogo giusto per mettere in pratica ciò che ha studiato ed acquista a Castellina in Chianti un podere di circa 20 ettari, di cui 8 vitati e reimpiantati all’inizio degli anni novanta, e ne affitta poco dopo altri tre.
Le vigne si trovano tutte ad una altezza considerevole, tra i 400 e i 450 metri .s.l.m., su suoli per lo più argillosi e calcarei, con una buona presenza di scheletro; il Sangiovese è l’uva più presente ma c’è anche qualche appezzamento occupato da Merlot e Syrah.

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La scelta di produrre in regime biologico avviene praticamente dal primo anno di attività: la certificazione arriva nel 1989, quando ancora non si imbottiglia vino autonomamente, a dimostrazione di come questo approccio fosse parte indispensabile dello spirito con cui Gabriele e sua moglie hanno fondato la loro azienda.
In cantina il protocollo di vinificazione è piuttosto simile per tutti i vini, 20/25 giorni per la fermentazione a contatto con le bucce e poi 7/8 mesi di permanenza in acciaio o cemento; successivamente gli affinamenti sono di circa un anno per il Chianti Classico, in legni di varia misura, mentre di quasi due anni per la versione Riserva.
La gamma dei vini è arricchita inoltre da un Syrah, il Campo ai Ciliegi, che matura piuttosto tardivamente, e da un Merlot che in annate fresche ed equilibrate mostra uno spiccato timbro chiantigiano estremamente interessante.
Oltre alla piccola verticale del Chianti classico riserva (100% Sangiovese) abbiamo degustato anche il Chianti classico 2011 (90% Sangiovese e 10% tra Merlot e Syrah): una bella interpretazione di un’annata piuttosto calda e siccitosa. I profumi di frutta matura, viola e spezie, compongono un quadro aromatico piuttosto caldo ma non surmaturo e il vino si presta ad una beva disinvolta anche se pecca un poco in lunghezza e persistenza finale.

Chianti Classico Riserva 2009
Il colore scarico, rubino quasi trasparente con unghia appena aranciata è tipico dell’annata e farebbe presagire un vino di struttura limitata, invece il caldo, che ha determinato una vendemmia piuttosto precoce, ha contributo a delineare un naso dal frutto maturo, con rimandi di ciliegia, oliva al forno e prugna. La bocca è piena e glicerica, arrotondata e leggermente alcolica ma contraddistinta da un tannino perfettamente estratto che insieme ad un leggero tocco animale ne solleva il finale. E’ un vino che probabilmente darà il suo meglio nel breve/medio periodo.

Chianti Classico Riserva 2008
Anche in questo caso il colore è rubino, ma di maggiore trasparenza e “luce”. Il naso è fin da subito di un’altra categoria, meno sfacciato ed intenso ma definito, nitido, cesellato nei rimandi di rosmarino, erbe aromatiche ed agrumi. La bocca è asciutta e tesa, di bella pulizia e precisione; ha solo bisogno di qualche altro anno di affinamento per ricomporre un po’ la parte tannica che al momento appare leggermene in evidenza. Chianti duro e puro che ho amato fin dal primo sorso, attendetelo qualche anno con fiducia.

Chianti Classico Riserva 2007
Più cupo ed impenetrabile nel colore rispetto agli altri due campioni, parte un po’ contratto su note speziate e di confettura di frutta. Il passare dei minuti gioca a suo favore e lentamente il vino acquista definizione, sia al naso che in bocca, dove il volume è notevole ma di bella carnosità. Appare subito chiaro che l’annata comunque considerata calda ha plasmato un vino mediterraneo e ricco ma anche succoso, speziato di grande piacevolezza, perfetto compagno per la tavola. Al momento, giusto con l’accortezza di concedergli qualche tempo nel bicchiere, è in splendida beva, e lo sarà ancora per qualche anno di sicuro.

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