25 giugno 2013 | Alessandro Masnaghetti

Frupa 2012, Sorrentino (piedirosso; campione di botte)

di Alessandro Masnaghetti
sorrentino

Scrivere di un campione di botte è sempre abbastanza rischioso. Da adesso a quando andrà a finire in bottiglia (ottobre/novembre) e poi sarà commercializzato (primavera del 2014) il vino sarà probabilmente molto diverso, ma, visto che si tratta di un vino tra i più interessanti nei miei recenti assaggi campani, mi pare doverosa la citazione. Perchè innanzittutto si tratta di piedirosso che si va ad iscrivere nel nouvelle vague di vini capaci di ridisegnare le coordinate estetiche di questo vitigno attraverso attente maturazioni e, laddove necessario, un ponderato passaggio in legno. Penso al Vigna delle Volpi di Moccia-Agnanum; il vecchie vigne appena nato in casa Di Meo-La Sibilla. A differenza di questi ultimi che vengono dai Campi Flegrei, il Frupa proviene dalle sabbie nere di Boscotrecase, proprio sotto il Vesuvio; e questo mi pare un motivo in più per citarlo e lodare il lavoro della famiglia Sorrentino che è tra quelle, molto poche, che più si sta spendendo per il recupero e la valorizzazione di questo territorio, al tempo stesso paesaggisticamente meraviglioso e martoriato.
Il Frupa colpisce per l’eleganza e per la fusione del lato fruttato con quello vegetal/floreale tipico del vitigno, modulandolo in sfumature intriganti di resine ed erbe medicinali; impianto olfattivo che poggia su una mineralità che “ribolle lava”. Al palato in perfetta sintonia, fonde succo, sapidità e tensione, facendosi apprezzare per luminosità e faciltà di beva. Spero di ritrovarlo così.

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