7 febbraio 2013 | Francesco Falcone

Il meglio delle ultime bottiglie bevute

di Francesco Falcone
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Anche noi assaggiatori “seriali” di tanto in tanto il vino ce lo godiamo come tutti i bevitori appassionati che del liquido odoroso non ne fanno un lavoro, dimenticando le sterminate batterie da concorso (a cui, tra l’altro, ho deciso da tempo di sottrarmi) e i ritmi cannibaleschi della degustazione professionale (sebbene una cosa non esclude mai l’altra: ci sono momenti in cui è bene tenere un passo risoluto e altri in cui è altrettanto importante la riflessione).

Detto questo, ecco le bottiglie più stimolanti bevute (non degustate e sputate, proprio bevute) nelle ultime tre settimane.

Chave Hermitage 1996: scalpitante, succosissimo, di impressionante freschezza. Si stappa, si versa, si beve, si gode e basta.

Lafitte 1993: fiero, raffinato, splendido compagno della tavola. Una bottiglia in due scolata in meno di mezz’ora! Ma si può?

Langwerth-von-simmern Erbacher Marcobrunn Spätlese 1992: Fritz Lang e Billy Wilder insieme, impegnato ma non impegnativo, sottigliezze e raffinatezze assortite, non smetteresti mai di berlo anche se ti capita tra le mani al termine di una serata impegnativa (dal punto di vista alcolico, intendo). Sensazionale.

Barbacarlo 1990: meglio di tantissimi Barolo di pari annata, a cui di tanto in tanto si avvicina. Un fuoriclasse che ti tiene incollato al bicchiere per ore e per giorni. Qui scattò l’emozione.

Prunotto Barbaresco Montefico 1961: Da appassionato di portieri, ha ancora i riflessi di Handanovic, lo stile di Buffon, la reattività di Gillet e il senso della posizione di Zoff. Miracoloso.

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