28 marzo 2013 | Francesco Falcone

Sangiovese Di Romagna Superiore Riserva Ombroso 2000, Giovanna Madonia

di Francesco Falcone
storyboard

Lo storyboard, associato soprattutto al nome di Alfred Hitchcock, è una tecnica che consentiva all’immenso regista britannico di mostrare ai suoi collaboratori come girare la scena attraverso dei piccoli bozzetti.

Nel mondo del vino, lo storyboard potrebbe rivelarsi utile al produttore che ogni anno deve mettersi alla prova con la nuova vendemmia: e se per Hitchcock diventò altresì una metafora per insegnare al pubblico che le immagini di un film dovevano nascere già con una forma nella mente del regista (quasi fossero idee platoniche), per un produttore di vino servirebbe a dimostrare che per ottenere il miglior vino possibile (ovvero un vino il più possibile buono, sano e originale) è fondamentale avere anzitutto un’idea, un progetto, una visione matura.

Il problema è che spesso chi fa vino non sempre possiede queste qualità, oppure gli viene comodo ignorarle, dimenticando che la progettazione consapevole di un vino o di una gamma di vini è una delle priorità per centrare l’obiettivo (almeno quanto una buona vigna, una buona cantina e buona conoscenza tecnica).

Paolo de Cristofaro, nel suo lucidissimo resoconto dedicato alla rassegna “Campania Stories”, scrive che <<mancano gli interpreti, non lo spartito>>. Mancano cioè gli autori con A maiuscola. E non solo in quella regione, aggiungo io.

Penso alla “mia” Romagna, terra di potenzialità inespresse e fucina di occasioni mancate, dove un numero importante di produttori preferisce viaggiare a fari spenti, senza coraggio, proponendo ogni anno una sequenza di Sangiovese ben al di sotto delle aspettative dei grandi appassionati. Non mancano le buone bottiglie, questo no, ma solo di rado lasciano il segno.

È per questo che quando ciò capita, non si può fare a meno di sbandierarlo ai quattro venti. Ecco, l’Ombroso 2000, stappato un’oretta fa e pronto per accompagnare la nostra cena, è quanto mi aspetto da un grande rosso romagnolo, con quella sua generosità non di facciata, non volumica, ma al contrario rilevata, reattiva, innervata di sapori.

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