11 marzo 2014 | Alessio Pietrobattista

Spigolature di Terre di Toscana: la Vernaccia del Colombaio

di Alessio Pietrobattista
colombaio

Importante vetrina quella di Terre di Toscana a Lido di Camaiore. Come ogni anno qui si riunisce il meglio (o quasi) della regione, una sintesi di quella che è la produzione vinicola tra anteprime e vecchie annate. Un successo di pubblico e di adesioni e aziende che offrono più di qualche spunto, da trattare rigorosamente a puntate. Partendo da Il Colombaio di Santa Chiara dei fratelli Logi, uno dei riferimenti della Vernaccia di San Gimignano. Grande l’entusiasmo nel voler condividere le proprie idee su un bianco che oggi sta trovando sempre più la propria dimensione. Un lavoro continuo di sperimentazione e affinamento delle propri vini e delle idee su un vino di grande tradizione storica ma che solo negli ultimi anni sta trovando la propria dimensione, evitando di rincorrere mode e tendenze del momento.

Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2012
Ecco una bella Vernaccia, fresca, immediata nel suo porsi ma per nulla scontata. Il classico impatto di frutta gialla, mela, pera, melone e poi un côtés sassoso e salmastro è il preludio ad un vino di sviluppo ampio, avvolgente, sapido e possente. Un vino su cui contano molto, buona reperibilità ma realizzazione impeccabile e caratteriale.

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2011
E’ stato il loro grimaldello per arrivare al grande pubblico; è la vigna sottostante la chiesa romanica all’interno dell’azienda. Precisione, potenza, chiarezza: è ciò che penso mentre nel calice i tratti tipici del vitigno mi arrivano netti, stratificati, distinti in maniera impeccabile. Frutto meno giallo e solare, quasi acerbo in alcuni tratti, la vena minerale è insistita e possente anche al sorso. Qui si ritrova un’acidità più evidente a sparigliare le carte del consueto e imponente impianto sapido. Lungo da ripensarci su spesso.

Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta 2011
La riserva di casa, quella con una quota di passaggio in legno. Soprattutto al naso si avvertono i toni maggiormente dolci tra la vaniglia e il frutto tropicale, con il fondo nocciolato e il soffio sapido sempre presente. La bocca ha maggior integrazione col legno, solito svolgimento ampio ma arrotondato, ottimo riscatto sapido ad allungare un sorso pieno.

Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2008
La loro “vecchia annata” e del loro vino “base”. Per fortuna che Alessio Logi l’ha portata, un bianco davvero impressionante per forza, vitalità, completezza. Un vino dal passo lungo, il classico esempio che dimostra che non serve l’acidità fine a se stessa per durare nel tempo, se non è quantomeno accompagnata da struttura e forza sapida. Bello l’olfatto, dolce, accogliente, tra miele d’acacia, polline, nocciola e camomilla. Ancora più elettrizzante la bocca, sapida, lunga, di grande impatto. Retrolfatto di frutta gialla a chiudere e a sfumare lungamente. Un brivido, un’emozione oggi e che lo sarà ancora per molto.

Infine un esperimento per uno zero solfiti intrigante ma ancora da assestare. Un work in progress che procede nel segno dell’innovazione e del rispetto dell’identità della Vernaccia come i fratelli Logi stanno facendo ormai da anni.

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