5 marzo 2014 | Alessandro Masnaghetti

Enogea 53: Valtellina, assaggi e itinerari

di Alessandro Masnaghetti
valtellina copia
Dopo tanti anni e dopo tanti articoli, e soprattutto dopo una Carta di Enogea che ha fatto la gioia degli appassionati, ecco una serie di itinerari che vi guideranno alla scoperta di questo mondo così particolare e variegato. E a corredo, come di consueto, una corposa panoramica sull’ultima produzione.

 

“Vigne a destra, vigne a sinistra, e nel mezzo il nastro bianco di una strada vicinale. Il tutto in una prospettiva orizzontale assai rara nella Valtellina raccontata per immagini. Già, perché la Valtellina siamo abituati ad osservarla in due soli modi: dal basso verso l’alto, quasi con soggezione, oppure dall’alto verso il basso, con un senso di superiorità e di conquista. E lo stesso accade con i suoi vini, perché qui il nebbiolo – di norma – non è certo un merlot di Pomerol, rotondo e accogliente, e tanto meno ha l’aristocratica e robusta ampiezza di un Barolo. Tuttavia, una volta che ci entri in confidenza, sa essere profondo, complesso e a suo modo generoso.
Solo che per conoscerlo – e torniamo all’immagine di apertura – l’unica soluzione è “addentrarsi” nel suo mondo di profumi e di sapori come una piccola strada bianca, che non evita gli ostacoli ma piuttosto li asseconda”.

Così lo scorso anno aprivo la prefazione ad una bella monografia fotografica sulla Valtellina e così oggi apro questo articolo di aggiornamento e non solo. Oggi come allora, tuttavia, non ho usato volutamente l’aggettivo “eroico”, perché “eroico” è qualcosa che allontana, che ti mette su un piedistallo o ti chiude – peggio ancora – in una nicchia. La viticoltura valtellinese invece è bella e questa sua bellezza deve saperla comunicare per aprirsi ad un pubblico più ampio, offrendo opportunità di visita e di soggiorno che oggi sono invece appannaggio esclusivo delle località sciistiche. Come belli, di anno in anno, stanno diventando i vini.
Quelli che un tempo spesso erano rossi “problematici” oggi non lo sono più (salvo una percentuale fisiologica, riscontrabile in ogni denominazione). Quelli che una volta erano vini archeologici e inattuali oggi sfoggiano una nuova veste senza con questo rinnegare le proprie radici. Quelli che fino a ieri erano vini oltre misura, nella struttura e/o nel legno, ora si stanno riavvicinando, pur con il loro stile, al vitigno e al territorio. E le nuove degustazioni del resto lo confermano: il 2010 non sarà il 2009, ma la media è buona e il gruppo compatto, come in ogni grande denominazione deve accadere. Vini godibili già a partire dagli Sforzato, categoria che continua ad avere i suoi detrattori, ma che ha contribuito, non dimentichiamolo, a riportare la Valtellina sulle carte enografiche.
E a proposito di carte, l’ultima novità, ormai prossima all’uscita, è l’ebook interattivo sulla Valtellina, con cartografie aggiornate, schede aziendali e relative mappe, disegni 3D, vini consigliati e tanto altro ancora…

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