Dolce non dolce
di Alessandro MasnaghettiAnche se molti non saranno d’accordo con me e per altri potrà sembrare addirittura lapalissiano, il primo dovere di un vino dolce, almeno se si vuole puntare in alto, è sicuramente quello di essere dolce (e, aggiungerei, non poco!).
Troppo spesso infatti i produttori, per evitare – a loro dire – di “scadere nella stucchevolezza” (dimostrando così, fin da subito, uno scarsa propensione per la tipologia in questione), hanno la tendenza a contenere la quantità di zuccheri residui senza sapere che in realtà la maggiore o minore gradevolezza di un vino dolce non dipende solo dagli zuccheri ma prima di tutto dall’equilibrio che si instaura tra questi ultimi e l’acidità. Stucchevole può dunque essere un vino anche appena abboccato, mentre di grande classe e finezza può essere un vino estremamente dolce ma supportato dalla necessaria freschezza acida (fatta eccezione per alcuni grandi Gewürztraminer, che in genere l’acidità non sanno nemmeno dove sta di casa).