23 giugno 2014 | Alessandro Masnaghetti

Anatomia e indole del cane di Langa*

di Alessandro Masnaghetti
Cani di Langa

Secondo l’ultima edizione dell’ottavo Manuale delle Giovani Marmotte, che risale però al 1999, in Italia ci sarebbe un cane ogni cinque abitanti. Secondo però le mie ultime rilevazioni in Langa, al di fuori dei centri abitati, questa statistica sembra sottostimare – e di molto – il rapporto cane/uomo che in media tocca la ragguardevole cifra di 2.5 cani per abitante (per arrivare a 3.4 nelle borgate più sperdute dell’Alta Langa). Oltre al fattore numerico, è tuttavia interessante sottolineare come l’applicazione su larga scala del libero scambio in campo sessuale – simile, ma precedente a quello delle comunità hippy degli anni ’60 – abbia portato all’affermazione di due “razze” principali: il cane di mezza taglia, che in genere si distingue per la costituzione ossuta, per il pelo infeltrito e per il “tartufo” di colore non omogeneo, e il cane di piccola taglia, dal corpo cilindrico e dalla zampa di lunghezza non superiore ai 18-20 cm (di norma molto meno e sovente di forma arcuata). La testa, nel caso dei cani mezza taglia, è di media grandezza e non riconducibile in genere ad altre razze conosciute. Nei cani di piccola taglia, molto diffusa è invece la testa “similvolpino” che si innesta in modo assai innaturale su un corpo che – come detto – del volpino non ha nulla. Diffusa è anche la testa rotonda, che si accompagna quasi sempre a vistose forme di ipertiroidismo (occhio sporgente e di forma sferica) che contribuiscono al complessivo “effetto bruegeliano”. Quanto ai colori del pelo, i più diffusi sono il crema, il fulvo e il pezzato, sempre nelle due tonalità precedenti. Ancora tra i cani di piccola taglia è da segnalare una percentuale molto elevata di esemplari “offesi” e cioè affetti da malformazioni o menomazioni di varia entità e genere, specie degli arti posteriori.
Infine, l’isolamento, la rigidità del clima, la scarsità di cibo e i soventi maltrattamenti hanno sviluppato nel cane di Langa uno spiccato senso del territorio e – per diretta conseguenza – una formidabile capacità orinatoria.

*Tratto da Enogea n. 11, febbraio/marzo 2007

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