18 settembre 2014 | Alessandro Masnaghetti

La nuova Carta generale del Chianti Classico

di Alessandro Masnaghetti
Dettaglio Chianti

ll Chianti Classico è un vero e proprio universo e riassumerlo, senza banalizzarlo e senza cadere in contraddizioni, è un’impresa difficilissima.
Compromessi, semplificazioni e sottilissimi distinguo sono all’ordine del giorno, così come all’ordine del giorno sono i dubbi, i ripensamenti e volendo anche le rivelazioni, specie quando la Carta la metti in un angolo per una settimana o due.
A decantare.
Nuovi orizzonti si aprono, vecchi confini si spostano e passo dopo passo si arriva alla parola fine.
Alla stampa e alla presentazione ufficiale.
Sottolineo ufficiale perché in effetti – come i più attenti hanno già scoperto (grazie del sostegno e degli acquisti!) – la nuova Carta del Chianti Classico è disponibile sul sito già da un mese e qualche giorno e in questo lasso di tempo, per quanto estivo, non sono mancati i riscontri e i consensi.
Certo, come non mi stancherò mai di ripetere, non è una carta facilissima.
Richiede applicazione, voglia di approfondire e un occhio bene attento alle istruzioni per l’uso, che nel caso specifico prendono il nome di “Guida alla lettura”.

Chianti fronte x sito

Eccone i tre punti centrali:

- In colore sono riportate le diverse zone di produzione che mi è stato possibile delimitare seguendo i criteri di omogeneità paesaggistica e/o geologica e/o altimetrica che verranno esposti nel dettaglio sul retro di questa stessa carta. I colori utilizzati non hanno alcun significato qualitativo e non sottintendono quindi alcun tipo di classificazione. Allo stesso modo, all’interno delle singole zone, non è stata fatta distinzione tra vigneti più o meno vocati in base alla loro giacitura ed esposizione, sia perché richiederebbe conoscenze specifiche sia perché esula dagli scopi di questo lavoro, il cui obiettivo primario è quello di riportare per la prima volta su carta zone e toponimi legati alla produzione del Chianti Classico DOCG (con qualche indispensabile eccezione) dandone una collocazione il più possibile attendibile e precisa sul territorio. Uguali colori, infine, non implicano alcuna analogia in termini geologici/paesaggistici tra zone diverse.

- Se è vero che in Chianti Classico la produzione di vino legata a particolari luoghi ha testimonianze storiche antiche, è altrettanto vero che la tradizione dei vigneti intesi come cru non è così radicata come in altre zone viticole. Se a questo aggiungiamo la grande variabilità di terreni, di esposizioni e di quote altimetriche, si può ben capire come l’idea di tracciare dei confini si sia rivelata ben presto un compito difficile e non privo di insidie. Per questa ragione vi esorto quindi a leggere questo lavoro di mappatura e di delimitazione come una proposta tanto seria nelle sue premesse quanto indicativa e non vincolante nei risultati. Ciò detto, nel caso di palesi imprecisioni chiedo fin d’ora la vostra comprensione.

Dettaglio Chianti

- All’interno di ogni singola zona sono riportati (su fondo bianco) uno o più nomi scelti in base alla loro importanza storica e/o produttiva e/o amministrativa. Alcuni di questi nomi, nella legenda dedicata a ciascun comune, sono stati evidenziati in neretto, e questo non per ragioni qualitative, bensì per sottolineare come quello stesso nome, volendo, potrebbe essere utilizzato per identificare l’intera area colorata in cui si trova. E sempre a proposito di nomi, i lettori più esperti noteranno come sovente essi coincidano e/o riconducano a quelli di aziende. Una scelta purtroppo obbligata  in quanto per tradizione sono le aziende a prendere il nome dalla località e non viceversa. In questi casi è bene inoltre precisare come non tutti i vigneti circostanti il nome siano necessariamente di proprietà di quella specifica azienda e, nel caso ciò accadesse, non è detto che rappresentino l’intera superficie vitata di proprietà.

Il resto lascio a voi scoprirlo.

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Formato: 59 x 84 cm (aperto),  21×29,7  (A4 – piegato)

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