20 febbraio 2012 | Alessandro Masnaghetti

Cru e terroir

di Alessandro Masnaghetti
cru

Tanto se ne parla, tanto se ne discute, poco si conosce.
Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza.

Partendo dal cru, bisogna fare innanzitutto una netta distinzione tra Borgogna e Bordeaux.

In Borgogna, volendo semplificare, il cru equivale a una superficie di terreno con particolare vocazione viticola i cui confini sono ben delimitati e al cui interno possono operare uno o più vignaioli (quindi all’incirca come in Langa, anche se le menzioni geografiche ufficiali oggi in vigore – è bene precisarlo – non fanno alcun riferimento alla qualità).

Al contrario, nel Bordolese, pur restando di fondo l’aspetto qualitativo, il cru si identifica con la proprietà e quindi con lo Château (ma non con il nome della famiglia o della società che lo coltiva). Lo stesso “classement” del 1855, tanto conosciuto e tanto citato, in realtà non è altro che una classificazione di proprietà, di Château (e quindi di marche), e non tanto una classificazione di terreni come lo è invece in Borgogna. Questo fatto spiega anche il perchè dal 1855 ad oggi i confini e l’estensione dei vigneti dei singoli château classificati del Médoc siano stati in molti casi largamente modificati senza che questi stessi château abbiano perso o migliorato la loro posizione nella classificazione ufficiale.

Ancora diverso è invece il terroir che, rispetto al cru, è sicuramente un concetto più ampio, non fosse altro perchè non strettamente legato ai confini ben definiti delle particelle catastali. Contrariamente però a quanto si è portati a credere (e come a volte gli stessi francesi erroneamente o superficialmente lo intendono) il terroir non è solo ed unicamente il tipo di terreno su cui la vigna è piantata ma è anche il clima, o meglio ancora il microclima, di cui quel particolare vigneto gode e che di conseguenza dipende in modo diretto anche dalla giacitura del vigneto stesso.

Per altri poi, e questa forse è la definizione più interessante (ma anche la più azzardata), il terroir è un sistema ancora più complesso che raccoglie in eguale misura (o quasi) terreno, clima e vigna. Ma essendo la vigna un’entità che per esistere ha bisogno di essere piantata e coltivata secondo determinati criteri è ovvio che alla fine gli elementi del sistema diventano quattro e quindi l’uomo diventa lui stesso parte integrante del terroir.
In altre parole, spingendo ancora più avanti questo ragionamento, un terroir non può esistere se non esiste un uomo in grado di capire e quindi di gestire in modo corretto il terreno, il microclima e la vigna e perciò di valorizzarli.

Il cru e il suo particolare carattere, al contrario, esistono ed esisteranno indipendentemente dagli uomini che lo coltivano, che lo hanno coltivato o che lo coltiveranno.

Il tutto, ovviamente, con tutte le mille sfumature del caso.

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