20 gennaio 2012 | Alessandro Masnaghetti

Estremismi: Valtellina Superiore Inferno 2006, Nino Negri

di Alessandro Masnaghetti
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Sempre più spesso mi capita di trovarmi di fronte a consumatori, appassionati, finanche giornalisti e/o degustatori dal giudizio categorico quanto fulmineo. Un classico è la situazione in cui un amico o un conoscente ricorda a malapena di aver bevuto un sangiovese, forse un Chianti (o un nebbiolo o un aglianico), ma non ricorda nè di quale azienda nè di quale annata eppure nonostante sia l’unica volta che assaggia un sangiovese, forse un Chianti, afferma insindacabile che “il” sangiovese e “il” Chianti non gli piace per nulla. Altrimenti, un degustatore che ha assaggiato un‘unica volta il vino di un’azienda, di una determinata annata e che definitivo e salomonico attesta che quel vino (e quell’azienda) è una sozzeria. Ci ripensavo l’altro giorno assaggiando il nebbiolo valtellinese (superiore) 2006, Inferno, dell’azienda Nino Negri. Semplice e delicato nei profumi, teso all’assaggio e giusto nel prezzo. Garbato.

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