24 marzo 2012 | Alessandro Masnaghetti

Fiano 2010 Paestum, San Giovanni

di Alessandro Masnaghetti
sangiovanni

Se ne avete voglia potreste salire dalla baia di Trentova, da Agropoli, e salire verso Monte Tresino, attraversare la vegetazione della macchia mediterranea ricca di lecci, carrubi, pini marittimi, di piante di mirto, corbezzolo e lentisco, sospiri di ginestra. Potreste risalire il sentiero del principe che passa davanti ai ruderi di antiche masserie e giunge fino al villaggio abbandonato di San Giovanni in Tresino, anno 1000, o scegliere di visitare i resti di storie più antiche, di romani e di greci. Quattro ore di passo sereno puntando infine decisi verso l’orizzonte che si stende sul mare e vi trovereste da Mario Corrado e Ida Budetta, a Punta Tresino, gli unici abitanti di questa riserva naturale, immersi un una vigna accarezzata da acqua e sale.
Architetto l’uno, avvocato l’altra, hanno deciso dal 1993 di vivere in simbiosi con la natura, ristrutturando un vecchio casolare, allevando tre bambini e cinque ettari di vigna, per tanto tempo senza acqua corrente ed energia elettrica.
Arrivati da Mario e Ida (http://agricolasangiovanni.freshcreator.com/ita/home), accomodatevi e fatevi servire i loro due bianchi per trovare ristoro.
Da uve Fiano in prevalenza e con un piccolo saldo di trebbiano e greco, ieri ho assaggiato il loro Fiano Paestum 2010 e al primo sorso mi sono ritrovato lì dove manco da un po’, con in fronte un bel sole e il cielo azzurro. Un vino la cui bellezza risiede nell’armonia, nei sentori fumè solo accennati che ricordano il vitigno, nell’intreccio d’erbe aromatiche che conducono nuovamente alla macchia mediterranea ed al sale che stuzzica la bevuta e ne contraddistingue il ritmo al palato. Vino fluido, la cui materia si muove con agilità, dall’alcol tenuto a dodici gradi e mezzo, che v’accompagna senza prevalere, ma portandovi con sé.

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