14 settembre 2012 | Alessandro Masnaghetti

Grecomusc’ 2010, Lonardo – Contrade di Taurasi

di Alessandro Masnaghetti
lonardosandro

Una delle chicche più divertenti del panorama “bianchista” campano è fatto da questo piccolo grande vino. Piccolo perché se ne producono poche centinaia di bottiglie da un vitigno che si cerca di recuperare in Irpinia: il roviello. Grande per le sue qualità organolettiche.
Grecomusc’, greco moscio, è il nome dialettale che deriva dalla consistenza del chicco al momento della vendemmia.
Il 2010, per chi conosce il vino, rappresenta un versione un po’ diversa, vuoi per l’annata, vuoi anche per le sperimentazioni e le scelte che si fanno in questa piccola cantina, che riguardano ogni aspetto della produzione ed in primis i lieviti. Un vino meno schiacciato, nel profilo olfattivo, sulla tambureggiante nota minerale (che qui si fa più matura e idrocarburica), e che si accompagna, invece, a note fruttate, di erbe aromatiche, a note balsamiche che danno slancio ai profumi.
Al palato è energico e ricco, ma al tempo stesso minuzioso e rinfrescante nel lungo finale.

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