16 gennaio 2012 | Alessandro Masnaghetti

Rosso del Leone 2009 e 2010, Vigne del Leone

di Alessandro Masnaghetti
Torre_Angioina

Saranno famosi? Non lo so, non ne ho idea. Di sicuro, ieri sera, aprendo le bottiglie e assaggiando senza obblighi di competizione, sono tornato con la mente ai tempi di Bergamo, quando prima di iniziare a pranzare pescavamo gli ultimi arrivi da un lungo tavolo in penombra, spesso abbigliati di tutto punto (i vini), altrettanto spesso con un’etichetta e una chiusura provvisorie. Si assaggiava e si chiacchierava (anche di altro), così, con il sorriso sulle labbra. Niente vivisezioni, niente toni professorali, niente esibizioni di cultura. Si beveva per il piacere di bere e per il piacere conoscere. Male che andava, il vino “aveva una bella materia” o al più scivolava via. Senza commenti. Commenti che al contrario – sono piuttosto sicuro – avrebbero suscitato queste prime vinificazioni dell’azienda Vigne del Leone di Pontelatone (tanto nuova che non riesco nemmeno a darvi un riferimento telefonico). E in particolare il Rosso del Leone, un pallagrello nero/casavecchia di indubbio carattere (parliamo di un vino base): più snello, pepato e incisivo nell’edizione 2009, più carnoso invece nell’edizione 2010 (ancora in vasca). Il prezzo, da quanto ho capito, sarà da leccarsi i baffi.

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