Una bottiglia, mai due
di Alessandro MasnaghettiNon so quanti di voi c’erano alla fine degli anni ’90, o almeno quanti di voi erano attivi nel mondo del vino.
Be’, io c’ero e li ricordo molto bene.
Nelle grandi occasioni (fiere e kermesse varie) lo schema era fisso e collaudato: degustazione la mattina, pranzo (opzionale, ma non opzionali erano le bottiglie), altre degustazioni il pomeriggio e poi gran finale la sera e fino a notte fonda.
Loro dentro, in enoteca o al ristorante, e io fuori a guardare chi la stappava più grossa.
Non perché fossi emarginato, al contrario: gli inviti non mancavano, e forse per questo ero visto come un tipo strano.
E forse strano lo ero per davvero.
Come strano lo sono ancora di più oggi, con gli anni che passano e con il vino che diventa un appuntamento sempre più frugale.
Una bottiglia, mai due, e poco altro.
Ma quella bottiglia la vivi, la senti scendere nei muscoli, nelle vene, nella mente.
E te la godi.
Come nella foto.