9 marzo 2012 | Francesco Falcone

Barolo Albe 2002, Vajra

di Francesco Falcone
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Aldo Vajra è un produttore che dissimula nell’eleganza dell’eloquio e nella pacatezza dei modi una personalità forte, molto risoluta e determinata. E il suo Barolo Albe 2002, riassaggiato di recente, ne riproduce perfettamente la suadenza dell’approccio e la tempra del carattere: profumi floreali molto precisi, attacco che seduce per pienezza e proporzione, sviluppo al palato completo e naturale, e chiusura di solida asciuttezza. Una bottiglia sorprendente, che reclama il cibo e riaccende i riflettori su un’annata certo difficile, molto difficile, ma che di tanto in tanto ha fornito vini di insospettibile classicità. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, va detto che Albe è il secondo Barolo aziendale (il primo è il Bricco delle Viole) e viene prodotto a partire dalla vendemmia 1996 assemblando tre cru di proprietà siti nel comune omonimo: Fossati, La Volta e Costa di Vergne, vinificati separatamente e poi uniti nel blend finale dopo la maturazione in legno (prevalentemente di grandi capacità). Il 2002 è stato finora l’unico millesimo della serie ad aver beneficiato anche di una cospicua selezione di uve del Bricco delle Viole (anch’esso ubicato nel comune di Barolo), non imbottigliato in purezza perché le quantità furono sensibilmente ridimensionate da una violenta e tardiva grandinata. Costava 16 euro più IVA per gli operatori: il 2007, l’ultima annata in listino, è venduta a soli due euro in più.

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