12 gennaio 2012 | Francesco Falcone

Carignano del Sulcis 6 Mura 2008, Vincenzo Aru

di Francesco Falcone
sulcis

La foto è scattata ai vecchi ceppi centenari (o quasi) di Porto Pino, Sulcis, Sardegna sud occidentale. Per arrivarci mi infilo nella provinciale che da Sanluri porta a Vallermosa, Siliqua e giù fino a Santadi. La strada percorre un piccolo mondo isolato fatto di praterie, campi coltivati, morbide colline, speroni da far west, laghi pescosi e miniere a cielo aperto (vera e propria archeologia industriale). Il silenzio è interrotto solo da un vento di maestrale che dal primo pomeriggio soffia senza sosta, la giornata è serena, il cielo è di un azzurro cobalto e nell’aria c’è un inebriante profumo di resine. Il territorio è tappezzato di una macchia mediterranea multicolore, le vigne sono rare e spesso di dimensioni domestiche, mentre in pianura si coltivano perlopiù ortaggi, soprattutto carciofi. Arrivo al mare. A due passi dalla riva ci sono le vigne migliori del “Sulcis Costiero”, la zona più vocata alla viticoltura di qualità del comprensorio (il settore interno, detto Basso Sulcis, dà invece vini di minor fascino): allevata ad alberello, la vite si sviluppa su suoli estremamente sabbiosi che permettono di continuare la tradizionale viticoltura su piede franco. Il clima è caldo e siccitoso, il carignano è il vitigno più coltivato: rustico ed esigente, per lunghi anni fu utilizzato come vino da taglio per il nord del paese e per la Francia. Tra Sant’Antioco, Calasetta e Porto Pino i rossi si fanno paffuti, salini, mai rustici nella trama tannica, dotati di carattere aromatico che ricorda la macchia mediterranea. Ho qui con me il Carignano del Sulcis 6 Mura 2008 di Vincenzo Aru: non lo assaggiavo da tempo. Oggi profuma di cassis, pepe e olive nere e in bocca si muove con salmastra morbidezza. Un golosissimo vino mediterraneo.

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