15 gennaio 2012 | Francesco Falcone

Chablis Grand Cru Les Clos 2001, Jean-Paul & Benoît Droin

di Francesco Falcone
chablis

Chablis è tutta nella foto scattata nel febbraio del 2009 tra Les Preuses e Vaudésir: luce, verticalità, rigore. Qui nascono alcuni dei vini più longilinei, nudi, rarefatti al mondo. Vini adatti a chi non ha fretta di stappare: se si dà loro la chance di invecchiare, a patto che dietro vi sia solidità, sanno crescere e completarsi. A volte, lo ammetto, non li capisco. Capita quando l’essenzialità di tanti “village” rasenta diluizione, quando l’acidità “vetrata” di certi premier cru di annate poco fortunate sfiora la crudezza, quando l’austerità giovanile di alcuni grand cru scade nell’incomunicabilità cronica. Altre, invece, li adoro. Capita quando peschi la bottiglia giusta al momento giusto. In questo caso, amici miei, in uno Chablis c’è tutto, ma proprio tutto quello che un bevitore esige dalla tipologia, inclusa una notevole versatilità negli abbinamenti. Vi confido che quella bottiglia l’ho pescata. É il Grand Cru Les Clos 2001 di Jean-Paul & Benoît Droin, importato dal bravo Fabio Balan ([email protected]). La leggerezza della farfalla, il tocco del talento puro, l’incisività del campione. Per rimanere in clima derby, una via di mezzo tra Ricky Álvarez e Zlatan Ibrahimović. E che questa sera, a San Siro, vinca il migliore.

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