14 gennaio 2012 | Francesco Falcone

I Pastini: Locorotondo, Bianco d’Alessano e Fiano Minutolo 2010

di Francesco Falcone
puglia

Nel vino (come nella vita) c’è chi cerca conferme e chi preferisce le sorprese. Se vi riconoscete nella prima opzione, saltate pure queste righe: per voi i bianchi pugliesi resteranno vinelli privi di fascino, da consumare preferibilmente in veste di turisti disimpegnati. Se invece venire spiazzati quando non apertamente contraddetti vi piace e vi stimola, be’ allora drizzate le antenne: l’attuale gamma dell’azienda I Pastini di Locorotondo potrebbe fare al caso vostro. Il titolare, Nino Carparelli, enologo esperto e persona affabile, ha infatti da tempo un obiettivo ardito: recuperare, conoscere a fondo e valorizzare al meglio le uve tipiche della carsica Valle d’Itria (bianco d’alessano, fiano minutolo, pampanuto, verdeca). E se fino a qualche anno fa i risultati di tanto impegno apparivano ancora lontani dalla fragranza e dal dettaglio che ti aspetti da un bianco di fascia alta, negli ultimi tempi ho percepito un sensibile salto di qualità sotto più punti di vista: ciascuna delle sue etichette (qualcuna più, qualcuna meno) oggi è finalmente in grado di esprimere un’apprezzabile focalizzazione tipologica e con essa un bel legame con il territorio d’origine. Sono tre le proposte in catalogo degne di attenzione, tutte della vendemmia 2010 e tutte riassaggiate con piena soddisfazione in questi giorni: il dissentante Locorotondo Antino 2010 (di gran lunga il miglior Locorotondo mai bevuto), il simpatico Bianco d’Alessano Cupa (vispo, agrumato, finemente erbaceo) e soprattutto il Fiano Minutolo Rampone 2010, la bottiglia più ambiziosa e preziosa. I profumi, fortemente aromatici, si muovono tra un moscato giallo, un sauvignon e un viognier, e in bocca convince per quel mix di garbo e tensione, di leggerezza e succosità che solo di rado, molto di rado, capita di percepire nei bianchi della regione. E forse è solo l’inizio.

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