24 gennaio 2014 | Francesco Falcone

Viaggio in Austria: breve introduzione

di Francesco Falcone
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Una cosa che non ho mai capito è se una persona, dovunque vada, si porta sempre dietro la sua testa, oppure se quando uno cambia di posto, di conseguenza, modifica fin da subito il suo modo di vivere. Questa cosa l’ho pensata anche durante la mia recentissima trasferta in Austria, precisamente nella regione del Niederösterreich, dove mi sono recato per approfondire la conoscenza del Grüner Veltliner. Dovessi guardare a ciò che succede al sottoscritto, direi che ciascuno di noi muta a seconda del luogo in cui si trova, proprio come la vite, ma in tempi sensibilimente più rapidi: io, ad esempio, durante la settimana trascorsa a zonzo lungo il Danubio, non ho mai sentito la nostalgia di un vino rosso e dei suoi tannini, non mi sono affatto mancate le code in autostrada e la nebbia della Pianura Padana, non ho mai riso al suono del saluto locale (Grüß Gott, che è come dire “cruscotto” in pugliese) e soprattutto non ho mai sentito quelle terribili scosse nei denti di cui solitamente soffro quando assaggio tanti vini bianchi tutti insieme. Il perché vallo a sapere, ma così è. Anche per questo motivo, il bilancio della mia esperienza in terra austriaca la considero largamente positiva, e anzi penso che in un posto così, tra la Wachau e il Kamptal, potrei perfino viverci, a patto di saper rinunciare, di tanto in tanto, alla tentazione di chiedere una bottiglia d’olio d’oliva per condire l’insalata. Che tanto è inutile.

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